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Abbiamo scelto un mestiere di vento...siamo girandulòn!

Salaam Bombay!

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Bombay (o Mumbai) è una città enorme che conta più di 20 milioni di persone. E’ piena di sognatori, di attori e artisti, studenti e colletti bianchi, miliardari galoppini, taxisti con le mitiche Ambassador e di tante altre persone.

Alcuni scorci hanno un languore di decadenza gotica, mentre alcune zone ricordano angoli di Parigi o Londra. Per non parlare di South Mumbai che con il suo lunghissimo lungomare di palme e hotel di lusso non ha nulla da invidiare a Miami beach (a parte la spiaggia ed il mare balneabile…qui è assolutamente vietato sfiorare l’acqua, è altamente tossica!!!)

Bombay è il centro finanziario dell’India, la capitale della moda e, per la mia felicità piena di gallerie d’arte degne di questa definizione! Forse è proprio per questa sua apertura a 360° che è spesso al centro di tensioni religiose.

E’ veramente un mix di tutto ed un sunto dei controsensi indiani. Basta pensare che qui si trova uno dei più grandi slum di tutta l’Asia (Dharavi), nel cuore della città, un luogo estremamente attivo dove il riciclaggio di plastica e carta è diventato un vero e proprio business che frutta 650 milioni di dollari l’anno! Incredible India!

Ma Bombay è anche sinonimo di Bollywood, la più fiorente industria cinematografica dell’Asia che sforna oltre 900 pellicole all’anno, più di qualsiasi altra, Hollywood inclusa. Ha centrato il bersaglio, trovando il giusto ingrediente che stimola il gusto (un po’ prosaico e kitch) del folto pubblico indiano, con tormentate storie d’amore condite con canti e balli. Le star di Bollywood sono diventate un vero status symbol, un modello da seguire per le giovani ragazze, “sognatrici della vita delle attrici”!  Tutto il mondo è paese…..

Siamo venuti a Bombay perchè qui c’è anche uno dei più grandi porti di tutta l’Asia….dove abbiamo lasciato la nostra Landy, che rivedremo tra qualche settimana a Livorno, ormai a casa!

Ci ha accompagnati per oltre 14000 km, molti dei quali in condizioni pessime, senza dare mai segni di stanchezza…nonostante l’età! Un distacco che non avremmo voluto!

Il nostro toro di Shiva ci ha regalato un viaggio perfetto!

Ready for the sun!!!

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E’ il momento dei saluti, lasciamo Varanasi con un pò di nostalgia e tutti gli amici che ci hanno aiutato a realizzare la nostra missione e hanno partecipato come se fossero parte della nostra famiglia.

Ma è ormai tempo di muoversi verso una nuova destinazione: Goa!

Non potendo più tornare in Italia via terra abbiamo dovuto modificare il resto del percorso che pensavamo di concludere in Gujarat, passando per Udaipur e risalire verso Pushkar per riprendere il confine; ma ora, dovendo muoverci verso Bombay per imbarcare la Landy su una nave e noi su un benedetto aereo, la scelta più vicina e sicura per una meritata luna di miele al caldo è proprio Goa!

Quattro giorni di viaggio per raggiungerla, con soste solo per cenare e dormire, ma ne è valsa decisamente la pena!

Ero decisamente prevenuta nei confronti di Goa e mi sono dovuta ricredere su molte cose. Il mio scetticismo è sparito non appena ci siamo inoltrati nel verde di queste campagne, cosparse di villaggetti colorati, ricoperti di palme, con una temperatura decisamente più salutare per le nostre ossa! Ci siamo lasciati trasportare  dall’atmosfera languida e rilassata di Arambol, lontana dal caos dei trance-party di Anjuna, con la sua lunga spiaggia senza conchiglie, i sentieri tra le rocce, i negozietti pieni di tutto, l’ottimo pesce alla griglia  e lo yoga (che abbiamo solo osservato passivamente!).

Oggi i goani sembrano piuttosto orgogliosi della loro eredità portoghese. Ciò che rende Goa questo paradiso tropicale meta ogni anno di milioni di turisti (la metà dei quali russi!) non sono solo le spiagge o i party che durano fino all’alba e che ora si sono spostati più a sud , ma è quell’affascinante connubio di oriente ed occidente che si ritrova in ogni cosa, dall’architettura, che unisce linee europee al technicolor hindu, alla cucina, alla religione che  vede Musulmani, Hindu e un folto numero di Cattolici convivere insieme. Non è raro vedere infatti i classici altarini ricolmi di incenso dove, al posto di Ganesh o Shiva, spuntano le statuine di Maria e Giuseppe, come nella nostra guest house, che i chiama tra l’altro Noha’s ark (l’arca di Noè)!

E’ tempo di viverci questo nuovo posto, felice di aver avuto modo di ricredermi!

 

sound on the beach