Dogubayazit….verso il confine con l’Iran!

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Ci muoviamo verso est lasciando Goreme e la nostra casina nella roccia al Melek Cave House, dopo una colazione da campioni con i soliti formaggio, olive, uova e tanto pane! Ci aspettano circa 700 km per arrivare ad Erzurum. In compenso il paesaggio si è fatto meno brullo, con i marroni più decisi ed i gialli che sfumano nel verde, il tutto circondato da una catena di montagne bianchissime che suggeriscono già ciò che ci aspetta!!!

Dopo aver percorso 600 km, con una temperatura esterna che oscilla tra 1 e -7, i lavori lungo la strada ed il buio che rallentano parecchio il cammino, superiamo Erzincan e ci fermiamo nel primo paesino che troviamo, Uzumlu, dove chiaramente non esistono OTEL, ma ci indirizzano alla Teacher’s House, una struttura che credo ospiti gli insegnanti. In un inglese approssimativo e scarno il direttore, Mr Uyup ci suggerisce di tornare ad Erzincan oppure, se ci va di dormire separati, di passare lì la notte! Di tornare indietro non se ne parla e così accettiamo, seguendo la bellissima filosofia di prendere tutto ciò che viene! Per cena siamo stati invitati a casa sua, un bell’appartamento in una palazzina poco lontana. Sua moglie Zebeyda ci ha preparato un’ottima cenetta con riso, verdure, peperoncini, formaggio e……kofte, ovvero POLPETTE!!!! Che fare???? Non potevo certo lasciarle nel piatto, non esiste rifiutare ciò che viene offerto perciò, con Roberto che se la rideva sotto i baffi, ne ho mangiata qualcuna…il mio vegetarianesimo quasi ventennale ha chiuso un occhio, comprendendo la situazione e diventando di larghe vedute!!!

Nel giro di 5 minuti la casa si è riempita di parenti venuti a conoscerci! Fra litri di cay, ottima baklava e comunicazione gestuale la serata è volata magnificamente e non si è conclusa alla Teacher’s House come secondo i piani,  ma nell’appartamento di Uyup e Zebeyda che hanno deciso di ospitarci anche per la notte! Gentilezza turca, a cui ancora dobbiamo abituarci!

Questa piacevole serata improvvisata ci ha dato tutta l’energia per ripartire di buon’ora in direzione di Dogubayazit, l’ultima città prima del confine con l’Iran. L’unica cosa che toglie il fiato qui, a parte questo odore pesante di gomma bruciata, è il Monte Ararat, che dai suoi 5000 metri svetta imponente e maestoso sul paesaggio sottostante.

Una risposta »

  1. ciao roby&Mary,siete grandi!idealmente sono con voi.fate un bel pò di pictures che poi le guardiamo davanti un biodinamico a Casteldimezzo!bye

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