Ready for the sun!!!

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E’ il momento dei saluti, lasciamo Varanasi con un pò di nostalgia e tutti gli amici che ci hanno aiutato a realizzare la nostra missione e hanno partecipato come se fossero parte della nostra famiglia.

Ma è ormai tempo di muoversi verso una nuova destinazione: Goa!

Non potendo più tornare in Italia via terra abbiamo dovuto modificare il resto del percorso che pensavamo di concludere in Gujarat, passando per Udaipur e risalire verso Pushkar per riprendere il confine; ma ora, dovendo muoverci verso Bombay per imbarcare la Landy su una nave e noi su un benedetto aereo, la scelta più vicina e sicura per una meritata luna di miele al caldo è proprio Goa!

Quattro giorni di viaggio per raggiungerla, con soste solo per cenare e dormire, ma ne è valsa decisamente la pena!

Ero decisamente prevenuta nei confronti di Goa e mi sono dovuta ricredere su molte cose. Il mio scetticismo è sparito non appena ci siamo inoltrati nel verde di queste campagne, cosparse di villaggetti colorati, ricoperti di palme, con una temperatura decisamente più salutare per le nostre ossa! Ci siamo lasciati trasportare  dall’atmosfera languida e rilassata di Arambol, lontana dal caos dei trance-party di Anjuna, con la sua lunga spiaggia senza conchiglie, i sentieri tra le rocce, i negozietti pieni di tutto, l’ottimo pesce alla griglia  e lo yoga (che abbiamo solo osservato passivamente!).

Oggi i goani sembrano piuttosto orgogliosi della loro eredità portoghese. Ciò che rende Goa questo paradiso tropicale meta ogni anno di milioni di turisti (la metà dei quali russi!) non sono solo le spiagge o i party che durano fino all’alba e che ora si sono spostati più a sud , ma è quell’affascinante connubio di oriente ed occidente che si ritrova in ogni cosa, dall’architettura, che unisce linee europee al technicolor hindu, alla cucina, alla religione che  vede Musulmani, Hindu e un folto numero di Cattolici convivere insieme. Non è raro vedere infatti i classici altarini ricolmi di incenso dove, al posto di Ganesh o Shiva, spuntano le statuine di Maria e Giuseppe, come nella nostra guest house, che i chiama tra l’altro Noha’s ark (l’arca di Noè)!

E’ tempo di viverci questo nuovo posto, felice di aver avuto modo di ricredermi!

 

sound on the beach

 

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