Pakistan, ci siamo!

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Siamo arrivati nella terra che spaventa……e che terrorizza soprattutto mia madre!

Il Pakistan è stato territorio indiano fino al 1947, quando fu stupidamente deciso da parte del vicerè inglese, di separare le regioni a maggioranza musulmana come Pakistan e Bangladesh, dall’India hinduista. Questo taglio netto, che divise in due il Punjab e mutilò l’India, provocò la morte di migliaia di persone nell’esodo più tragico che il secolo scorso possa ricordare. La famosa Partition, alla quale si opporrà fermamente Gandhi, si rivelerà una soluzione azzardata ed inutile perché fu causa di scontri e tensioni ancora vive e che non ha risolto il problema della separazione religiosa dato che l’India, con il suo politeismo hinduista, resta uno degli stati con più musulmani entro i suoi confini. Il Pakistan ed Il Bangladesh sono oggi tra i paesi più poveri del mondo!

Dopo la nostra lunga avventura off road, decidiamo di fermarci a Quetta un paio di giorni per riposarci e per fare un check up ai vari mezzi! Dimenticati i visi sorridenti ed i saluti delle persone che ci hanno accompagnato fino a lì, siamo accolti con sguardi decisamente sospettosi! Quetta è la capitale del Balochistan ed è l’unica città di una certa consistenza per centinaia di chilometri verso ogni direzione, praticamente una sosta obbligata per chi transita con un proprio mezzo! Non ha niente di interessante per quel poco che siamo riusciti a vedere, dato che è considerata una delle città più pericolose del Pakistan, in mano ai talebani e per questo è altamente sconsigliato ai turisti gironzolare liberamente, soprattutto dopo il tramonto! Ma i ragazzi si sono concessi uno shopping su misura, la Shalwar kameez, un abito tradizionale maschile molto comodo e che tutti i pakistani indossano.

Tanta polvere, tanto traffico e di conseguenza tanto smog. L’unica elemento affascinante e curioso al momento sono i camion, minuziosamente decorati in ogni centimetro quadrato

ed un uso esagerato di hennè che ricopre di rosso capelli degli uomini, nonchè le criniere dei poveri asinelli!

Ricaricate le pile ripartiamo tutti per Sukkur, una deviazione obbligata verso sud, nel Sind, visto che la via più breve per raggiungere Multan è zona altamente proibita ( anche prima che venissero rapiti i due svizzeri questa estate…e se era proibita, mi chiedo, perché andarci? senza scorta poi!!!)

Non appena la scorta ci ha lasciati ( ma forse si era fermata solo per cambiare auto, ancora non ci è ben chiaro come li abbiamo persi!) siamo partiti in quarta fermandoci solo ad un altro check point,  per proseguire di filata fino a Sukkur, attraverso una serie di villaggi che portano ancora i segni delle continue alluvioni  estive, causa ogni anno di grandi tragedie e conseguente povertà, ben visibile nelle lunghe distese di tendopoli!

Solita storia, per coprire 400/500 km sono necessarie 8/9/10 ore di viaggio, su strade dissestate e piene di tutto, dai carretti trascinati dagli asini alle bici, dai motorini ai camion, da ogni tipo di animale ai pedoni, per non parlare degli odiati speed-breakers (i nostri dossi, ma con i quali non hanno niente a che vedere!), che oltre a rompere la velocità causano gravi danni alle auto!

Dopo due giorni altrettanto lunghi e  faticosi raggiungiamo Lahore il 13 dicembre e ci commuoviamo vedendo finalmente una città: indicazioni stradali, viali, semafori, parchi, ma sempre un caos convulso e sregolato sulle strade! Ci meritiamo decisamente una pausa e goderci quello che la prima vera City pakistana che possiamo viverci ci offre! L’ostello scelto (Regale Internet Inn) è stato decisamente un ottimo affare ed il proprietario, Malik, un personaggio interessante, molto noto anche per essere una sorta di talent scout per molti musicisti,  che si esibiscono spesso anche sul tetto dell’ostello, come è capitato al nostro arrivo. Il Qawali è una forma tradizionale di musica islamica  inestricabilmente legata alla tradizione sufi, la parte più mistica dell’ islam, che si sforza di raggiungere Dio attraverso l’esperienza personale; con la musica e trascinati dalle note e dai poemi cantati, i fedeli danzano e girano cadendo in una sorta di trance.  Essere invitati in una moschea e vedere con i propri occhi questo rituale non ha prezzo, soprattutto quando ci sono anche tanti ragazzi e bambini che partecipano coinvolti!

Una full immersion decisamente spirituale e necessaria, dato che questa sosta a Lahore ci sta togliendo almeno vent’anni di vita: 10 per lo smog infernale che si respira ad ogni uscita, immersi nella fitta nebbia dell’ inquinamento e altri 10 per ogni volta che dobbiamo muoverci con i famigerati ri(S)ckshaw!

Inshallah!!!

Una risposta »

  1. ciao mari!! ma perchè ad un certo punto la scorta vi ha lasciato?? non vi doveva accompagnare per tutto il Pakistan?? Ai check point, invece, cosa succedeva?? Erano militari che vi controllavano?? Per il resto suppungo vada tutto bene, almeno dai toni dei tuoi racconti..vermante belli e affascinanti!! ti mando tanti baci, a presto..e buon viaggio!!!…de

    • Ciao Detta! Nn so se ci ha lasciati….noi siamo partiti, stanchi di andare a rallentatore e di fermarci ogni chilometro a lasciare le nostre generalità ai check point, dove poi ci si perdeva sempre in chiacchere!
      cmq gli altri ragazzi in moto (che chiaramente abbiamo perso!) l’hanno avuta fino a Lahore!
      Un bacione e buon inizio Detta

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