HINDUSTAN ZINDABAD!!!

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Lunga vita all’India! E’ questo l’inno da stadio che si canta a gran voce durante la spettacolare cerimonia di chiusura del confine indo-pakistano e che vede ogni giorno al tramonto orde di turisti ed appassionati che affollano gli spalti per godersi lo spettacolo come una vera partita di calcio!

Noi chiaramente ci siamo goduti entrambi gli spettacoli, passando una notte proprio in quel confine che è stato uno dei più caldi dal dopoguerra ad oggi e che è l’unico passaggio possibile per l’attraversamento via terra tra Pakistan e India, sempre in balia degli eventi.

Ancora increduli e divertiti per la cerimonia, ci muoviamo verso Amristar, a 20 km circa, la città sacra dei Sikh famosa per il suo Golden Temple, la cui cupola si dice che sia stata realizzata con 700 kg di oro puro

e per essere stata teatro di incredibili massacri – come quello avvenuto nel 1919 nel quartiere di Jallianawalla Bagh per mano del generale inglese Dreyer, che ordinò di aprire il fuoco durante una manifestazione di protesta uccidendo circa 1500 indiani tra cui donne e bambini.

I Sikh seguono una religione che prende elementi sia dall’Hinduismo che dall’Islam; sono monoteisti e credono nella reincarnazione, sono vegetariani e non accettano la divisione sociale in caste. Hanno un aspetto decisamente fiero e benestante e si riconoscono dal turbante a punta che serve a nascondere i lunghi capelli che non vengono mai tagliati dalla nascita, così come la barba. Nel tempio tutti sono ben accetti e noi lo abbiamo vissuto nella sua totalità, dormendo nella stanza destinata ai forestieri e cenando a terra, nelle grandi stanze assieme a centinaia di persone di ogni ceto sociale, grazie al lavoro di gruppi di volontari che si adoperano 24 re su 24 per preparare cibo, lavare le stoviglie e tenere pulito il tempio. Questo luogo è come un rifugio dove tutti possono trovare un posto per dormire ed un piatto di dhal caldo con chapati, perché qui tutti sono uguali, qui non ci sono distinzioni.

Camminare a piedi nudi sul gelido marmo bianco non ha certo aiutato il nostro raffreddore, ma lo spettacolo che il Golden Temple offre mozzerebbe il fiato a chiunque, regalandoci una due giorni estremamente affascinante.

Dal luogo sacro per eccellenza ci muoviamo verso la città- esperimento di Chandigarh, figlia di un progetto dell’eclettico architetto svizzero Le Corbusier, che divide da sempre l’ opinione pubblica. Il primo premier dell’India indipendente, Jawaharlal Neru, voleva che la nuova capitale del Punjab e dell’Haryana dopo l’indipendenza rappresentasse un progetto moderno, ”come espressione della fede della nazione nel futuro”. E chi meglio del grande Le Corbusier, maesto del Movimento Moderno e dell’Urbanistica Contemporanea?

                                        Il premier Neru e Le Corbusier

La città di Chandigarh, con i suoi viali alberati e la sua divisione in sectors , con i suoi parchi, i numerosi parcheggi e le bellissime residenze basse tutte con giardino, rappresenta e fonde insieme tutti i suoi studi sulla città a misura d’uomo e le novità sul cemento di cui fu pioniere. Decisamente un’ India molto soft, ordinata e pulita, ma che a ben vedere non nasconde tratti di inconfondibile indianità, come qualche carretto con asino che blocca il traffico nelle rotatorie, i continui clacson spacca timpani, una donna che prepara strane polpette marroni lungo la strada ( e che non sono certamente di farina!!!)!

Un bell’esperimento comunque, come ci conferma il mitico Narinder, un Sikh che ha visto tutta l’evoluzione della sua città e, ora che è in pensione, si gode i turisti donando loro la sua conoscenza, secondo la filosofia dell’Open Hand (anche il simbolo della città). 

Noi lo abbiamo incontrato all’uscita dello straordinario Rock Garden, che si dice sia il sito turistico più visitato di tutta l’India dopo Il Taj Mahal, un originale giardino nato dalla fantasia dell’artista Nek Chand e realizzato con un’infinità di materiali riciclati, che si snoda in un dedalo di viuzze originali e sorprendenti dove ci si aspetterebbe di incontrare il Bianconiglio da un momento all’altro!  Il giardino rappresenta oggi uno dei più significativi progetti di riciclaggio di tutta l’Asia.

A Chandigarh festeggiamo i nostri 10.000 km e regaliamo alla Landy un carissimo ricambio d’olio, un nuovo filtro ed una bella lavata!

Una risposta »

  1. Cosa dire?!?!tutto e’ superfluo…anke noi ci stiamo muovendo finalmente…siamo passati dai -8 delle dolomiti ai 24 dell egitto in 24 ore…adesso ci godiamo 10 giorni di relax al mare dopo le faticate in montagna…buon anno…direi che non c e’ modo migliore x iniziare…

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