Archivio mensile:novembre 2011

Dogubayazit….verso il confine con l’Iran!

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Ci muoviamo verso est lasciando Goreme e la nostra casina nella roccia al Melek Cave House, dopo una colazione da campioni con i soliti formaggio, olive, uova e tanto pane! Ci aspettano circa 700 km per arrivare ad Erzurum. In compenso il paesaggio si è fatto meno brullo, con i marroni più decisi ed i gialli che sfumano nel verde, il tutto circondato da una catena di montagne bianchissime che suggeriscono già ciò che ci aspetta!!!

Dopo aver percorso 600 km, con una temperatura esterna che oscilla tra 1 e -7, i lavori lungo la strada ed il buio che rallentano parecchio il cammino, superiamo Erzincan e ci fermiamo nel primo paesino che troviamo, Uzumlu, dove chiaramente non esistono OTEL, ma ci indirizzano alla Teacher’s House, una struttura che credo ospiti gli insegnanti. In un inglese approssimativo e scarno il direttore, Mr Uyup ci suggerisce di tornare ad Erzincan oppure, se ci va di dormire separati, di passare lì la notte! Di tornare indietro non se ne parla e così accettiamo, seguendo la bellissima filosofia di prendere tutto ciò che viene! Per cena siamo stati invitati a casa sua, un bell’appartamento in una palazzina poco lontana. Sua moglie Zebeyda ci ha preparato un’ottima cenetta con riso, verdure, peperoncini, formaggio e……kofte, ovvero POLPETTE!!!! Che fare???? Non potevo certo lasciarle nel piatto, non esiste rifiutare ciò che viene offerto perciò, con Roberto che se la rideva sotto i baffi, ne ho mangiata qualcuna…il mio vegetarianesimo quasi ventennale ha chiuso un occhio, comprendendo la situazione e diventando di larghe vedute!!!

Nel giro di 5 minuti la casa si è riempita di parenti venuti a conoscerci! Fra litri di cay, ottima baklava e comunicazione gestuale la serata è volata magnificamente e non si è conclusa alla Teacher’s House come secondo i piani,  ma nell’appartamento di Uyup e Zebeyda che hanno deciso di ospitarci anche per la notte! Gentilezza turca, a cui ancora dobbiamo abituarci!

Questa piacevole serata improvvisata ci ha dato tutta l’energia per ripartire di buon’ora in direzione di Dogubayazit, l’ultima città prima del confine con l’Iran. L’unica cosa che toglie il fiato qui, a parte questo odore pesante di gomma bruciata, è il Monte Ararat, che dai suoi 5000 metri svetta imponente e maestoso sul paesaggio sottostante.

Cappadokia dreaming!

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Non avendo fatto un piano di viaggio troppo accurato, soprattutto per la Turchia che contavamo di attraversare in pochi giorni, decidiamo di deviare di qualche chilometro verso sud e muoverci verso la Cappadocia, una vera chicca!!!

Anche la sosta ad Ankara non era in programma, ma visti i chilometri da fare era l’unica soluzione! Ankara è la capitale della nuova Repubblica voluta da Ataturk, una città nuova e moderna con i suoi 3 milioni di abitanti che si espande a perdita d’occhio tra le montagne brulle dell’altopiano anatolico, immersa in un paesaggio dai toni più aridi che il giallo ed il marrone possano dare. Una sosta necessaria e poco interessante.

Poco male, Goreme ci aspettava con il suo originale paesaggio lunare, uno dei più interessanti della Turchia, creato dall’eruzione dei suoi 3 vulcani milioni di anni fa.

A prima vista il paesaggio monocromo sembra veramente desolante, mentre in realtà le enormi distese di materia vulcanica che ricoprono tutta la zona hanno reso il terreno estremamente fertile, tanto da rendere la Cappadocia ( che letteralmente significa “la terra dei cavalli più belli”) una zona estremamente ricca, con la produzione di grano e ottimo vino…che chiaramente abbiamo testato! Ma la caratteristica di questo luogo, quella che attrae maggior turismo, sono i famosi camini delle fate, dei capolavori della natura simili a sottili e lunghi camini con un piccolo cappello piatto in cima e le costruzioni a torre, modellate nel corso dei secoli dalla natura e scavate dall’uomo, che le ha sfruttate come abitazioni e come chiese, tutt’ora ricche di magnifici affreschi!

Ci siamo regalati un’altra due giorni da turisti per visitare questa incredibile realtà veramente fuori dall’ordinario, che dal 1980 è diventata patrimonio mondiale dell’umanità!

 

 

Ci siamo persi ad Istanbul….!

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Alla carta è la città più popolosa d’ Europa (anche se è per metà asiatica e non fa effettivamente ancora parte della CEE…per sua fortuna!) con i suoi 20 milioni di abitanti e oltre che vivono in quell’enorme lembo di terra che va dal Mar Nero al Mar di Marmara, tagliato in due dal Bosforo. Istanbul è una città ricca, un melting pot di storia e tradizione che raccontano il suo passato, da quando fu la Bisanzio dei greci e la Costantinopoli dell’impero romano d’oriente, la capitale dell’impero ottomano fino alla Istanbul odierna, quella forgiata da Ataturk, il padre dei turchi, che con la proclamazione della Repubblica ha fatto di questa città e di questa nazione un luogo molto più aperto e moderno, ma comunque orgoglioso e fieramente fedele alle proprie tradizioni.

Ma più di tutto è una città enorme…e ne abbiamo avuto prova giusto giusto al nostro arrivo!

Delle due ore preventivate per arrivarci ne abbiamo impiegate più di quattro e non è stato piacevole scoprire di essere esattamente dalla parte opposta, cioè sulla riva asiatica (ed ancora non ci capacitiamo di come sia successo!).               “ Mi sono perso ad Istanbul e non mi trovano più…” diceva Giovanni L. Ferretti e non a torto. Letteralmente fagocitati dal traffico, al cui confronto Casablanca e Palermo nulla possono e completamente spaesati, abbiamo subito avuto modo di testare la famosa gentilezza turca…una donna ci ha praticamente accompagnati dall’altra parte e indicato la direzione per Sultanahmet! Arrivati finalmente nella zona vecchia, grazie ad “Antonio” (come si fa chiamare questo ragazzone che poi rivedremo più volte e sempre come suoi ospiti!) abbiamo trovato anche un parcheggio custodito ad un prezzo ragionevole ed una stanza lì vicino!

Passato lo shock è iniziata una tre giorni da turisti e, come nulla fosse, girando tra moschee, musei, bazaar, azzardando sperimentazioni culinarie ed una romantica gita in barca lungo il Bosforo il nostro budget ha subito un leggero contraccolpo! Ma tanto siamo Italiani… Italy economy down” ci dicono…e come non sorridere (per non piangere!!!)!