Archivi giornalieri: 11 dicembre 2011

Esfahan: la metà del mondo

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30 nov

Lasciata l’affascinante Kashan e la bellissima casa tradizionale che ci ha ospitati per due giorni, puntiamo in direzione di Esfahan, percorrendo i 400 km sulla bellissima autostrada dal manto immacolato, con un occhio sempre vigile sulla maleducata guida degli autisti iraniani!
Esfahan è il capolavoro dell’Iran…e ce ne siamo accorti subito percorrendo Chahar Bagh, il lunghissimo viale aberato pieno di vita che taglia in due la città. Negozietti ovunque, banche, ristoranti ed un formicolio di persone che si muove rapido, rendono viva questa città, un gioiello di raffinatezza.
Isfahan neft-e jahan’ (Isfahan è la metà del mondo) scrisse un poeta nel 500, sottolineandone tutta la maestosità, evidente soprattutto in Imam square (Naqsh-e Jahan che significa “modello del mondo”) la piazza più bella dell’Iran, dove lo scià Abbas il Grande volle riunire le magnificenze dell’impero safavide.


E’ bastato chiedere un’informazione a tre ragazze per trasformare la nostra sosta di un paio di giorni in una quattro giorni veramente interessante…ed internazionale! Felicissime di praticare un pò di inglese, per di più molto buono, ci guidano per la piazza facendoci mille domande sulla vita in Italia e spiegandoci la storia delle due moschee e del palazzo Ali Qapu. Con la loro spigliatezza e curiosità uniscono al nostro gruppetto anche Jaque, un ragazzo malese che in solitaria si aggirava per la piazza con la sua super macchina fotografica, e tutti insieme decidiamo di prendere un autobus per raggiungere i famosi ponti del fiume Zayandeh. L’autobus è stata l’esperienza più strana in assoluto…zone separate per uomini e donne, non ci potevo credere, come nell’America razzista degli anni 30!

Superato questo shock ci siamo rilassati sulla riva del fiume, dove le famiglie si riposano per un pic nic e le coppiette trovano un posticino appartato per……..tenersi la mano!

Come da tradizionale accoglienza iraniana le ragazze ci portano anche una merenda a base di nun (il loro pane molto simile alla nostra piadina) e una morbida insalata di ceci e yogurt, una delizia!
Lì incontriamo anche una coppia conosciuta da loro in precedenza, Regi e Viky (lui belga lei di Hong Kong) che sta viaggiando in bicicletta e si uniscono a noi per un chay in compagnia nella tradizionale teahouse sul ponte Si-o Seh (famoso per i suoi 30 archi!).
La cosa incredibile è che in Iran non si riesce a non conoscere gente, ce l’hanno nel sangue l’accoglienza, quindi per l’indomani abbiamo avuto un invito a pranzo tutti insieme a casa di Mike, un ragazzo iraniano che però vive a New York (strano connubio!) e che si trovava lì per il mese del Muharram ( il mese del lutto per l’Imam Hossein, l’Ashura per i Pakistani).
E’ così che funziona qui, ci si lascia trasportare dalle cose ed è così che è andata per i restanti giorni della nostra permanenza ad Esfahan (ho fatto anche da psicologa ad una ragazza in crisi amorosa, mentre Roberto era stato letteralmente “rapito” da suo marito e portato alla cerimonia del Muharram…..in bicicletta!).
That’s Iran!

WELCOME TO PERSIA

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26nov

Il 23 novembre abbiamo passato il nostro secondo confine: Turchia-Iran e non nego una certa emozione!
Le pratiche burocratiche si sono svolte in un paio d’ore, sballottati da un ufficio ad un gabbiotto, da una guardia ad un ufficiale e pagando ben 290 € (che comprendevano già l’autostrada, una tassa sulla benzina e il conto per l’agenzia turistica che ha presentato la nostra richiesta di visto al Ministero!).
Siamo entrati finalmente in Persia, la terra di Ciro il Grande, di Dario e di Serse, dello Scià e degli Ayatollah (quante versioni di greco perse nella polvere della memoria…mi perdonerà il mio professore!)
L’Iran è un paese estremamente affascinante, ricco di arte e di poesia, fatto di montagne e deserti, di villaggi di fango e di grandi e sfarzose città! L’Iran è un controsenso!
Passato un altro fuso orario ( + due ore e mezzo rispetto all’Italia) e cambiati i nostri euro in Rials, oltrepassiamo Maku, la prima città dopo la frontiera dove ci fermiamo a fare benzina e con sorpresa ci rendiamo piacevolmente conto che un pieno ci costa la bellezza di 7€ (100€ in meno rispetto alla Turchia!). Questo ottimizza decisamente gli animi!!! Dopo 600 km arriviamo a Zanjan con il buio e siamo subito travolti da un traffico disordinato un pò alla romana, dove solo il più sveglio ha la meglio! Anche per i pedoni non c’è vita facile qui, le strisce pedonali infatti sono un puro elemento decorativo che ovvia al grigio dell’asfalto, quindi bisogna tentare e…inshallah!!!
Sfogliata la “sacra” guida scopriamo che qua vicino, in un posto sperduto tra le montagne, c’è il tempio zoroastriano di Takht-e Soleiman (nel III sec era la religione di stato della Persia) diventato patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, posto imperdibile per Roberto. Questa religione venerava i 4 elementi ed il fuoco era rappresentato da un vulcano dalla forma piramidale


che abbiamo deciso di scalare la mattina dopo, con una sosta alla vicina città di Takab, ma ci siamo risvegliati così

quindi niente fuoco!!!
La serata nell’hotel a Takab è stata memorabile, ci siamo ritrovati coinvolti in un matrimonio curdo-persiano, una cosa veramente curiosa; uomini e donne restano separati in due stanze diverse per poi riunirsi tutti insieme per le danze, dopo il consenso del padre della sposa. Due ragazzi si sono seduti al nostro tavolo e con un inglese singhiozzante e la solita lingua internazionale dei gesti ci hanno invitati a partecipare e mi hanno fatto fare foto e video, un’occasione unica!
Questa gente è così, estremamente affabile e sempre prodiga di consigli, molto diversa da noi ma allo stesso tempo identica! Non so perchè c’è sempre così tanto timore quando si parla di questi luoghi, forse perchè è un paese poco aperto al mondo, deciso a rimanere chiuso in se stesso, di cui si sa poco o quasi niente e va da sè….ciò che non si conosce fa sempre molta paura!